Associazione Arma Aeronautica – Cameri
“M.A.V.M. S.Ten. Pil. Mario DAVERIO”

SULLE ALI DI CAMERI

gennaio 02nd, 2020

SULLE  ALI  DI  CAMERI

 

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Fin dagli albori dell’aviazione, nell’immaginario collettivo,  il  volo vede come invidiato protagonista un ardito pilota ai comandi di una macchina capace di librarsi nei cieli: il suo aereo. La sensazione che pervade è unica ed indescrivibile, romantica e quasi sovrannaturale. Di lui colpiscono la sua aria trasognata, i suoi occhialoni, il suo casco, il suo abbigliamento.

La mostra “SULLE ALI DI CAMERI” (14-15 dicembre 2019 presso la biblioteca comunale), ha offerto al pubblico un racconto del IMG-20200115-WA0004“nostro” aeroporto attraverso una preziosa esposizione di caschiIMG_9844, divise e altri cimeli appartenuti a grandi aviatori novaresi, che, insieme a foto e modellini di aerei dalla “Gabarda” all’F35, hanno permesso al visitatore di farsi trasportare lungo tutti i 110 anni di vita del campo, suggestionato dalla magistrale narrazione del giornalista Renzo Sacchetti.
Si sono viste le prime cuffie in pelle e tela degli anni ’20 e ’30 con relativi occhialoni, quando Cameri diventa la prima scuola di volo IMG_9805 (2)in Italia e la più grande del mondo in quell’epoca; alcune erano di provenienza “sportiva” e altre appositamente realizzate per l’uso aeronautico, segno che anche le industrie si stavano approcciando a queste nuove esigenze. Una cuffia da volo tedesca LKPW 101, della seconda guerra mondiale, ricordava la passata presenza sul campo di Cameri di una componente della Luftwaffe ed il ruolo che l’allora CANSA (Costruzioni Aeronautiche Novaresi Società Anonima), con i suoi 2000 dipendenti su Cameri, ha avuto nella revisione di velivoli non solo italiani, ma pure tedeschi, come nel caso dello JU-87 Stuka e Focke Wulf  FW190 impiegati nel teatro mediterraneo.
Poi, un pezzo di enorme pregio e analogo tipo di cuffia tedesca ma nella versione LKPN 101. La si è potuta ammirare grazie alla collaborazione del Museo Rossini di Novara (che ha altresì fornito per l’esposizione altri importantissimi cimeli) ed era appartenuta al Sergente Maggiore pilota Teresio Martinoli, novarese, uno del maggiori assiIMG-20200115-WA0000 (2) della caccia italiana della seconda guerra mondiale, con 22 abbattimenti. La particolarità e rarità di questa cuffia, è rappresentata dalla modifica, storicamente nota e fatta sul campo per ristrettezze di equipaggiamenti, dell’apparato fonico e del laringofono, al fine di poterla impiegare sui velivoli di produzione inglese utilizzati dall’Aeronautica Cobelligerante dopo l’8 settembre 1943, cui Martinoli passò a far parte, prima di perdere la vita durante un volo di addestramento per il passaggio su un nuovo velivolo di produzione statunitense nell’agosto 1944.
Il Museo Rossini ha altresì fornito la divisa e il medagliere del Maggiore Carlo Emanuele Buscaglia, pluridecorato e morto nel ’44 a soli 29 anni a seguito di un incidente di volo e alcuni cimeli del Tenente Pilota Pier Antonio Poggi che perse la vita in un conflitto aereo nei cieli della Manica l’11 novembre 1940 a soli 32 anni.
Non sono mancate, in bella vista e ben conservate, alcune cuffie della secondaIMG_9854guerra mondiale di produzione americana, cedute all’Italia nel dopoguerra insieme ad un consistente numero di velivoli, poi impiegati dalla rinata Aeronautica Militare.
Uno dei simboli dell’Aeroporto di Cameri, è stata certamente la Pattuglia Acrobatica dei Lanceri Neri, che ebbe il vanto di aver  “inventato” la figura acrobatica della “bomba”. Nata nel 1957, IMG_9813divenne pattuglia di riserva dei “Diavoli Rossi” della 6^ Aerobrigata di Ghedi (BS) nel 1958 e Pattuglia ufficiale nel 1959, con il compito di rappresentare l’Italia e l’Aeronautica Militare. Una casco con la colorazione usata dai piloti del Lanceri Neri, faceva bella mostra di se accanto alle fotografie dell’epoca e ad un grande aeromodello della loro cavalcatura, l’F-86E Sabre. Bisogna ricordare che per la loro bravura, i piloti dei Lanceri Neri vennero invitati ad esibirsi a Teheran dallo Scià di Persia Reza Pahlevi. Fu quella la più lunga trasferta dell’epoca intrapresa da una formazione di caccia italiani, dove piloti e specialisti diedero prova, una volta di più, della loro professionalità e bravura.
L’usanza di avere una Pattuglia Acrobatica a rotazione annuale tra i Reparti da caccia, si concluse con decisione di avere un Reparto permanente per l’acrobazia aerea. Nasce così, nel 1961, la Pattuglia Acrobatica Nazionale, ossia il 313° Gruppo Addestramento Acrobatico, universalmente conosciuto come “Frecce Tricolori”. Un’area della mostra è stata dedicata a quest’icona dell’acrobazia aerea grazie al contributo del “81° Club Novarese Frecce Tricolori” di Ghemme e tra i vari modellini, campeggiavano due caschi con le colorazioni in uso presso la P.A.N. fino ai primi anni ’70.
Ma la storia dell’aeroporto di Cameri, è indissolubilmente legata al 53° Stormo Caccia,  al 21° Gruppo Tigre e alla 653^ Squadriglia Collegamenti. Chi non ricorda le lunghe fiamme dei postbruciatori nei voli notturni IMG_9825del mitico F-104, spina dorsale della difesa aerea dei nostri cieli per tanti anni, i decolli su allarme, oppure i famosi Tiger Meet, incontro degli Squadroni delle aviazioni NATO che avevano come simbolo la Tigre. E ancora, le incessanti attività della Squadriglia Collegamenti per l’addestramento, collegamento, trasporto e, non ultime, le attività per eventuali Ricerche e Soccorso. Non deve essere dimenticato che in più occasioni i piloti di Cameri del 53° Stormo, con i loro veloci aeroplani, hanno trasportato sacche di sangue, prestato soccorso alle popolazioni civili colpite da calamità naturali.
Per questo motivo, tra i caschi  esposti non potevano mancare degli esemplari che riportavano i colori della Squadriglia, un casco da elicotterista appartenuto al compianto Sauro Oggioni, uno degli ultimi Marescialli piloti della Forza Armata, …. e le famose tigri che adornavano gli equipaggiamenti del 21° Gruppo. A chi ha avuto la fortuna di ammirare la mostra, non sarà passato inosservato il casco con livrea di tigre dorata usato in occasione del Tiger Meet ’88 dall’allora T.Col. Mauro Vezzio, poi Comandante del Gruppo e quello con “Tigre Bianca” del Col. Luigi Piccolo (o bianco-nera,IMG_9850 (2) come dice lui per la fede calcistica), pilota storico di Cameri, “Tigre 4”, che ha totalizzato ben 3125 ore di volo con F-104 nelle varie versioni. Presente anche un’esemplare di casco dell’ultimoIMG_9851 (2) periodo del  21° Gruppo a Cameri con tigre dipinta in toni di grigio, a “bassa visibilità”.Hanno chiuso la carrellata degli oggetti esposti i caschi tutt’oggi usati sui velivoli Tornado che, insieme agli Eurofighter Typhoon, vengono sottoposti a cicli di manutenzione e aggiornamento presso il 1° R.M.V. (Reparto Manutenzione Velivoli), mentre un manichino mostrava  gli equipaggiamenti standard di volo indossati dai nostri piloti:  dalla tuta e guanti ignifughi, ai pantaloni anti-g necessari per contrastare gli effetti delle accelerazioni di gravità, alle “giarrettiere” per il ritegno delle gambe al seggiolino eiettabile, fino al giubbetto di  salvataggio tipo Secumar che, oltre a contenere un collare salvagente auto gonfiante, è dotato di una radio di emergenza e accessori vari per la sopravvivenza.
Nello scorrere foto e cartoline d’epoca il visitatore ha avuto la possibilità di ripercorrere tutti i momentiIMG_9810 (2) storici in cui l’aeroporto ha IMG_9836fatto da padrone: da quando la base nacque come aerodromo nel 1909 grazie all’intuito imprenditoriale di alcuni novaresi e successivamente diventò la prima scuola di volo in Italia, fino al primo volo dell’F35.
Nel considerare la storia di questa base aerea emerge forte la sensazione di quanto la sua presenza sia riuscita a rivoluzionare il territorio dal punto di vista economico, urbanistico,  sociale.  Essa rappresenta più di altri un simbolo identificativo e identitario della nostra comunità: non esiste famiglia a Cameri che non abbia, o non abbia avuto, almeno un parente legato a vario titolo all’aeroporto.
L’evento “SULLE ALI DI CAMERI” ha quindi voluto essere  un omaggio della comunità camerese all’aeroporto, ai suoi eroi, agli uomini e donne che hanno lavorato e lavorano nella base, ai loro famigliari, agli appassionati e ai collezionisti.

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L’iniziativa è partita dall’Associazione culturale “Mons. Pietro Marazza”, ma ha visto la preziosa collaborazione di diverse entità territoriali che con passione e competenza hanno contribuito alla riuscita dell’evento: l’Associazione Arma Aeronautica di Cameri e di Novara, il “Circolo del 53”, il Museo Storico Rossini, “81° Club Novarese Frecce Tricolori” di Ghemme, i collezionisti: Antonio Brumnich, Donato Tornotti, Almos Castellazzi, Flavio Pregnolato e la Pro Loco di Cameri.


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gennaio 02nd, 2020 10:18:41
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